La fanfiction di |dark92 per evento Fan Fiction 2010 di Palermo In Cosplay

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|dark92
view post Posted on 19/3/2010, 23:24




Ecco qui la mia FF. Purtroppo quest'anno ero veramente a corto di idee e quindi l'ho scritta di corsa e il lavoro non è granchè ... spero che possiate perdonarmi se la troverete noiosa, ma il prossimo anno ho intenzione di fare di meglio ;D
p.s. prima che qualcuno me lo faccia notare, si ho una segreta e profonda passione per il pianoforte u.u mi a*tizza XD

Titolo: Effetto Pianoforte
Tipo:Canon
Categoria: Anime - Junjou Romantica

A prima vista posso essere considerato un ragazzo come tanti altri: ho una vita universitaria movimentata ma tutto sommato lineare, un lavoro part-time che mi soddisfa e che mi consente di mettere da parte qualcosa per l’indispensabile e per i miei capricci … nella mia vita ci sono tutti gli ingredienti giusti per poter affermare con certezza che ne sono soddisfatto. Ciò se non fosse per un piccolo dettaglio.
- Ehi ma che fai! Baka Usagi! – Protesto scacciando Usagi che quatto quatto si è avvicinato in silenzio da dietro soffiandomi sul collo.
- Oggi è il tuo compleanno … pensavo di farti un piccolo regalo – dice quello accendendo una sigaretta e mettendola fra le sue labbra sottili dischiuse.
- Ne faccio volentieri a meno grazie! – Rispondo nervoso allontanandomi da lui.
- Preferisci per caso qualche altra cosa? –
- Tutto tranne la solita solfa che mi costringi a sopportare ogni volta! –
- … non pensavo che ti fossi stufato di fare l’”uke” – risponde con tono innocente e un sorriso malizioso.
Usagi-san è il migliore amico di mio fratello e, dato che quest’ultimo è andato a vivere in un’altra città con la sua compagna, io sono rimasto a vivere con il più giovane vincitore di ben due premi per la letteratura. Lo stile di vita non mi dispiace affatto, a parte il fatto che il più giovane vincitore di ben due premi letterari è anche un gran maniaco! E che, a quanto sostiene, è anche irrevocabilmente innamorato di me. Senza contare il fatto che è anche un collazionatore di orsi di pezza …
- Cavolo è tardi! – Dico guardando l’orologio – fra pochi minuti inizia la lezione! Devo correre -.
- Posso accompagnarti io. Con la mia macchina sportiva ci vogliono appena cinque minuti, così puoi approfittarne per dirmi cosa vorresti per il compleanno -.
- Oh grazie! Ma preferisco andare a piedi -.
- Allora dimmi cosa vuoi per il tuo compleanno -.
- Assolutamente niente! Per me non è nemmeno lontanamente un giorno così importante come pensi. Al ritorno prenderò una torta e la mangiamo insieme ok? –
- Dai dimmi cosa vorresti -.
- Niente, te l’ho detto – dico aprendo la porta e facendo per uscire, ma quello mi blocca posando una mano sulla porta e chiudendola di nuovo.
- Mi farebbe piacere farti un regalo speciale. E io voglio che tu non possa dimenticarlo tanto facilmente -.
- Che fai Usagi? Farò tardi! –
Ma nonostante le mie proteste, quello non vuole sentire alcuna ragione, e mi da un bacio che ha il potere di mettere fine a ogni discussione e a ogni protesta. Ogni volta che le sue labbra si poggiano sulle mie, provo una sensazione strana, un forte contrasto di emozioni fra il piacere e il risentimento. Razionalmente so che dovrei respingerlo, dargli un pugno, fare qualunque cosa pur di respingerlo … ma il cuore mi invita in modo molto più seducente ad abbandonarmi a quel piacere, e più il bacio dura, più il cuore ha la meglio sulla ragione. Quando Usagi si stacca sorrisde e mi accarezza il viso con dolcezza.
- Perché ridi? – Chiedo con non poco imbarazzo.
- Sei diventato rosso -.
A quelle parole mi giro, apro la porta e corro giù per le scale, sicuro che se mi fossi osservato al di fuori avrei visto le nuvole di vapore uscire dalla mia testa.
Subire i giochetti di Usagi-san è qualcosa che nonostante tutto non mi da alcun fastidio. Ultimamente avevo confessato in modo chiaro i miei sentimenti, e ciò non senza fatica. Di sicuro questo tipo di “rapporto” sin dall’inizio non mi era apparso come ciò che avevo sognato in tutta la mia vita. Sognavo sempre di trovare anche io una ragazza un giorno. E invece …
Quando arrivo all’Università ed entro in classe trovo il senpai che mi invita ad avvicinarmi agitando una mano.
- Ehi sanpai! – Lo saluto.
- Auguri per il tuo compleanno Misaki – dice quello sorridendo.
- Come fai a sapere del mio compleanno? – Chiedo risentito.
- Ti ho fatto un piccolo regalo – dice quello per tutta risposta porgendomi un tortino con una candela sopra.
- Ma senpai … non dovevi -.
- Figurati -.
Il senpai è un’altra figura che a forza ha fatto irruzione nella mia vita. Provo una sincera simpatia per quella persona, anche se so che era rimasta vittima di un triangolo amoroso che odiavo con tutto me stesso, e del quale facevo parte anche io senza volerlo. E’ stato grazie al suo tentativo di portarmi via Usagi che ho avuto il coraggio di tirare fuori i miei sentimenti per quest’ultimo …
Scuoto la testa per scacciare quei pensieri e spengo la candela, con un certo senso di nostalgia.
Il motivo per cui odio tanto festeggiare i miei compleanni è dovuto all’abitudine. L’abitudine distrugge tutto, persino i ricordi. Diamo sempre per scontato che il sole possa sorgere anche l’indomani, ma mettiamo che il sole l’indomani non sorga. Scommetterei tantissimi soldi che rimpiangeremmo quell’emozione che provavamo nel vedere l’alba, e rimpiangeremmo di non averle mai dato nessuna attenzione quando impassibili assistevamo passivamente allo spettacolo che quella ci offriva.
Io non ricordo l’ultimo compleanno passato con i miei genitori. Sono passati così tanti anni che ho persino dimenticato cosa sia successo quel giorno. E quel giorno ero così sicuro che avrei passato tantissimi altri compleanni in loro compagnia che non avevo nemmeno dato all’evento l’importanza che meritava, finendo per eclissare dalla mia testa quei ricordi con lo scorrere del tempo.
E’ fra questi pensieri che faccio il mio rientro in casa, ma non appena apro la porta dell’appartamento di Usagi noto qualcosa di strano nell’ambiente.
Poso lo zaino in un angolo e poi lo vedo. E’ nero lucido, grande, e occupa quello che è il salone del “nostro” appartamento. Mi avvicino con una certa esitazione e faccio scorrere la mano sulla superficie liscia del pianoforte a coda.
- Buon compleanno – dice Usagi seduto sul divano rosso.
Preso da quella strana visione nemmeno mi ero accorto della presenza di Usagi, tanto più che avevo dimenticato di accendere la luce.
- Ehi non ti avevo notato. Che ci fa qui un pianoforte a coda? –
- E’ il tuo regalo di compleanno – dice lui alzandosi e poggiandomi una mano sulla spalla.
- Non so suonare il pianoforte … -.
- Aspetta – sussurra.
Con passo deciso lo vedo dirigersi verso il seggio di pelle posto davanti alla tastiera e, con una certa sicurezza, scoprire i tasti bianchi e neri che spiccano grazie anche alla luce dei lampioni che proviene dalle finestre che davano sulla strada.
- Da quand’è che suoni il piano? – Chiedo divertito.
- Da piccolo ho preso qualche lezione, e oggi pomeriggio ho scoperto di essere capace ancora di suonare qualcosa. Ti piacerebbe ascoltare? –
- Certo – dico un po’ in imbarazzo.
- Siediti accanto a me -.
Con passo timido mi dirigo verso il seggio e prendo posto al suo fianco. L’odore delle sigarette per quanto sgradevole fosse stato al mio naso qualche tempo fa, adesso è diventato qualcosa di cui non posso fare a meno.
E poi … comincia a suonare, e stavolta non mi lascio ingannare dall’abitudine. So, anzi sono sicuro, che quel momento non sarebbe più tornato, e perciò memorizzo alla perfezione le emozioni che lentamente nascono dal mio cuore nota dopo nota.

*


Dolci frasi mielate sensualmente sussurrate al mio orecchio ... come resisterti? Come un bisogno irrefrenabile non posso che concedermi alla tua perversa tentazione e al richiamo del piacere invocato dal mio corpo, mentre tu con estrema delicatezza mi scivoli addosso cingendomi in una calda morsa d'acciaio che non da dolore. Mi apro completamente a te, permettendoti di invadere il mio sacro tempio ... e ti sento vibrare dentro ... ti sento forte e chiaro ... mi possiedi completamente ... e poi ti sento scorrere dentro me ... sento le tue note giungermi sino al cuore ...
La più dolce fra le melodie ... solo mia ... la più segreta e peccaminosa ... e la più irresistibile.
- Buon compleanno Misaki – mi sussurra.

*


L’indomani pomeriggio, al ritorno dall’Università, la prima cosa che mi salta all’occhio è che il pianoforte è sparito così come era apparso.
- Dov’è il pianoforte? – Chiedo a Usagi.
- L’ho dato di nuovo indietro. L’avevo soltanto preso in affitto – dice lui senza distogliere lo sguardo dai suoi scritti.
- Oh … peccato -.
- Che c’è? Ti è piaciuto? –
- Beh era il mio regalo … -.
Quello si alza e, con il suo solito sorriso, mi posa una mano sulla testa scompigliandomi i capelli.
- Non l’avevo mai “fatto” su un pianoforte. Penso sia stata una nuova esperienza anche per te vero? Ho raccolto un bel po’ di materiale da usare per le mie storie di Boy’s Love -.
Quelle parole mi attraversano la testa con lentezza inaudita e, mano a mano che ne prendo atto, sento montare la rabbia.
- Usagi-san? -.
- Si? -.
- Sei un BAKAAAAAAAAA! Ti sei approfittato di me! TI proibisco di usare il mio nome e le fantasie su di me per fare soldi! Mi ascolti! Lo dico sul serio! Usagi!!!!! -.
- E’ pur sempre una nuova esperienza no? – Dice quello baciandomi sulle labbra.
Insomma caro fratello. Alla fin fine me la cavo senza troppi problemi. Usagi-san mi ha fatto arrabbiare, ma ciò che è successo ieri … non l’ho dimenticherò mai. Così come non sottovaluterò più la quotidianità di ogni bacio di cui mi farà dono.
 
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